Passione

Aforismi

Libero Arbitrio

Colui che crede nel libero arbitrio non ha mai amato e non ha mai odiato.
Gli uomini e le donne, se sanno cogliere il piccolo dono di libertà, di libero arbitrio e di volontà efficace che la natura umana e la storia concedono loro, possono servirsene per cambiare il mondo e la società, faticosamente, attraverso alti e bassi, balzi in avanti e arretramenti, senza che niente sia definitivamente dato per scontato. La storia può essere, deve essere libertà.
Il determinismo è dannoso solo per quella morale che crede al libero arbitrio come presupposto della moralità, crede alla "responsabilità".
Il libero arbitrio resterebbe inefficace senza l'aiuto continuo della grazia di Dio.
Il libero arbitrio è la consapevole comprensione della propria vita. È libero chi comprende di essere vivo. E comprendere di essere vivi vuol dire comprendere la legge della propria vita e cercare di rispettare la legge della propria vita.
In base al concetto empirico di libertà diciamo: "Io sono libero se posso fare ciò che voglio", e con questo "ciò che voglio" la libertà è già definita. Ma, dato che cerchiamo la libertà del volere, la domanda andrebbe formulata così: "Puoi anche volere ciò che vuoi?
L'amore dato senza libero arbitrio o sincerità non era affatto amore.
L'istinto è lo scheletro di ferro che c’è sotto tutte le nostre idee di libero arbitrio.
L'uomo dovrebbe fare omaggio intero della sua salvezza alla grazia divina, dato che la parte che è riservata al libero arbitrio è sí poca cosa e per di piú esso trae ancora la sua origine dalla stessa grazia di Dio che ha, tanto per cominciare, creato il libero arbitrio, prima ancora di liberarlo e guarirlo.
La libertà, nella sua più alta espressione consiste nel dare tutto e nel servire gli altri. L'uomo capace di questo, capace d'essere padrone di sé sino a tal punto, è libero come nessun altro. È questa la più elevata manifestazione del libero arbitrio.
La virtù dipende da noi, e così pure il vizio. Infatti, nei casi in cui dipende da noi l’agire, dipende da noi anche il non agire, e in quelli in cui dipende da noi il non agire, dipende da noi anche l’agire.
La vita è come un gioco a carte: la mano che ti viene servita rappresenta il determinismo; il modo in cui giochi è il libero arbitrio.
Ma perché Dio non ci ha concesso il libero arbitrio a punti?
Non abbiamo oggi più alcuna pietà per il concetto di “libero arbitrio”: lo sappiamo anche troppo bene che cosa sia, il più malfamato trucco dei teologi che sia mai esistito, mirante a rendere l’umanità “responsabile” nel senso loro, ossia renderla a essi soggetta.
Per caso, tutto succede per caso nella vita, a volte penso che perfino il libero arbitrio sia un prodotto del caso.
Perché il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico poter essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi.
Presupponendo il libero arbitrio ogni ragione umana sarebbe un miracolo inspiegabile, un effetto senza causa.
Se crediamo che la verità sia che Dio sa in precedenza tutto e tutto preordina e che pertanto non può fallire né subire ostacolo nella sua prescienza e predestinazione e che infine nulla può avvenire se non per Suo volere, come la ragione stessa deve ammettere, ne deriviamo, in ciò confortati egualmente dalla ragione, che non vi può essere affatto libero arbitrio né in uomo né in angelo né in alcuna creatura.
Se dipende da noi compiere le azioni belle e quelle brutte, e analogamente anche il non compierle, e se è questo l’essere buoni o cattivi, allora dipende da noi l’essere virtuosi o viziosi.
Spesso certamente si chiama libertà l'arbitrio, ma l'arbitrio è solo la libertà irrazionale, lo scegliere e l'autodeterminarsi non secondo la ragione della volontà, ma secondo impulsi accidentali e la loro dipendenza dal sensibile ed esterno.
Tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.
Tutti sono infelici perché tutti hanno paura di proclamare il loro libero arbitrio.